ANCI UMBRIA CELEBRA NEI SUOI COMUNI LA FESTA DELLA REPUBBLICA

ANCI UMBRIA CELEBRA NEI SUOI COMUNI LA FESTA DELLA REPUBBLICA

La Festa della Repubblica è la celebrazione di alti valori del nostro Paese, del nostro essere italiani e anche quest’anno rendiamo onore ai capisaldi della nostra società che sono la democrazia e la libertà. Celebrazioni sobrie, condizionate, da un lato, dal perdurare della pandemia, sebbene, in questi ultimi giorni, la situazione sia nettamente migliorata. Ma questo non ci fa dimenticare sofferenze e dolori trascorsi, ma non passati; dall’altro, dalle recenti morti sul lavoro sia in Umbria, sia fuori regione, come pure dalle ultime tragedie, che non possono lasciarci indifferenti. Ferite aperte e indelebili che trovano, tuttavia, risposte nella nostra Costituzione che, dopo 75 anni, è più che mai attuale, grazie alla lungimiranza dei nostri Padri fondatori. Nell’articolo 1 hanno delineato l'identità della nostra Nazione: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma quel lavoro non può essere causa di morte. Io credo che si debba ripartire da qui, dalla centralità del lavoro sicuro, da una ripresa economica e sociale che restituisca valore e centralità al capitale umano. Che il Recovery Plan, e tutti gli altri programmi comunitari, siano veramente occasione per ridefinire il nostro Paese, per garantire una nuova rinascita, ma soprattutto una nuova crescita e sviluppo sostenibili e aggiungo lavoro “sostenibile”. Abbiamo i programmi, le risorse, la nostra Carta Costituzionale, riscriviamo il nostro Paese!

Questa Festa della Repubblica vorrei dedicarla a tutte quelle persone che hanno perso la loro battaglia contro il Covid, a chi ha perso il lavoro, a chi ha perso la vita sul lavoro, a chi ha perso la vita perché qualcuno ha smarrito il vero senso della vita, che non è certamente il mero profitto. A chi, invece, con il suo lavoro, dedizione e altruismo, in pieno rispetto della Costituzione, ha salvato vite umane.

Come presidente di ANCI Umbria auspico che questo 2 Giugno non sia un ritorno alla normalità, ma esattamente il contrario: che si apra, oggi come allora, una nuova fase storica per il nostro Paese, in cui si dia inizio a una nuova socialità, a un nuovo modo di fare impresa, di intendere l’economia, il lavoro, lo studio, l’uomo. Con la pandemia abbiamo potuto constatare che i modelli cui eravamo ispirati non sono più adeguati, e allora riprendiamo in mano la Costituzione, rileggiamola, applichiamola, e con essa, che è sempre fonte di ispirazione e guida lungimirante, costruiamo una nuova Italia, pronta a vincere le sfide del presente e del futuro”.